#TOANDFRO: IL CAMMINO DI SANTIAGO – GIORNO 4 -DA DUMBRìA A MUXIA

Abbiamo intrapreso il cammino il 16 luglio 2016. Preparazione fisica? Pari a zero. Voglia di evadere, staccare la spina, scaricare energia negativa? Più del 100%. La vera spinta a intraprendere questo viaggio è stata probabilmente questo: la necessità di allontanarsi dal mondo caotico che ci circonda per un po’, anche solo per una settimana. Il benessere che mi ha procurato mi fa comprendere perché così tante persone si mettano in cammino per più di 500 km, per mesi, ogni anno, con costanza.

Nonostante la fatica fisica, diventa un bisogno fisico lasciarsi tutto dietro e portare con sé solo il necessario dentro uno zaino, il minimo indispensabile, un guscio simile a quello di una tartaruga per sentirsi a casa ovunque. Forse è questo lo spirito di un viaggio come questo: non tanto la meta, quanto il percorso stesso. Anche se la meta può essere altrettanto appagante, come è successo a Muxìa.

GIORNO 5 – Mercoledì 20 luglio 2016

DA DUMBRìA A MUXIA

25,88 KM

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Nessuno di noi mette la sveglia, ma ormai l’orologio biologico è tarato sulle 6:30 circa. Alle 6:45 tutti in piedi ma, come al solito, siamo gli ultimi a lasciare l’albergue. La giornata precedente è stata la più lunga, fino ad ora. Abbiamo camminato anche dopo pranzo, cosa che i primi giorni non abbiamo fatto. Quindi carburare oggi è più difficile. Risate isteriche per la stanchezza sotto un cielo lattiginoso, umidità e nebbia che ci accompagna nelle vallate passando per il pueblo di Trasufre e percorrendo l’antico Cammino Reale.

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A dispetto di ogni più rosea previsione, a arriviamo al bar di SENADA allo stesso orario del nostro mentore Giancarlo (per ulteriori info consultare la sua guida “Diario vuelta di Santiago 2012” su santiago.pellegrinando.it). Saremmo dovuti restare massimo 15 minuti, e invece la nostra pausa dura un’oretta, tra colazione, connessione wi-fi e intrecciamento di capelli.

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Ripartiamo, gambe in spalla, spediti e costanti. A questo punto il cammino inizia a presentare delle piccole difficoltà, poiché alcuni punti non sono segnati con precisione. Grazie ai messaggi di un nuovo amico che ci precede, riusciamo a non perderci mai e a proseguire senza troppi intoppi verso Muxia. Il sole inizia a farsi caldo ed è necessario un pit-stop tra i boschi per un veloce cambio d’abiti.

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Accaldati, fiacchi, digiuni (non abbiamo colto quando ne abbiamo avuto l’occasione la chance di fermarci a pranzo in un baretto in un pueblo precedente) scorgiamo tra i pini che si stagliano imponenti ai bordi del sentiero un azzurrissimo oceano. Quasi un miraggio. Sono le 13, il caldo si fa sentire e, impavidi, deviamo dal sentiero per raggiungere una caletta meravigliosa.

 

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La discesa è selvaggia e avventurosa, implica arrampicarsi sugli scogli per raggiungere la bianca spiaggia oceanica. Sollievo finalmente per i piedi e le gambe affaticate, che trovano refrigerio nella gelida acqua del mare. Ormai ci siamo, mancano solo pochi chilometri a Muxia e, rinvigoriti, ci rimettiamo in cammino.

Incontriamo un ragazzo italiano che mi fa rimettere in prospettiva il nostro ritmo di camminata: laddove per noi 25 km sono un traguardo enorme, lui ne fa 44, di km. E infatti alla prima salita, dove arranchiamo accaldati, lo perdiamo di vista.

L’arrivo a Muxia è bellissimo: quasi come chi dalla nave di Colombo urlava, finalmente, “terra! terra!”. Raggiungiamo raccogliendo le ultime forze l’albergue Delfin e corriamo a cercare qualcosa da mangiare. Pranzo finalmente alle ore 17.00, grazie alla bontà dei ristoratori di Casa Do Peixe, che avevano ormai chiuso la cucina, ma si sono fatti impietosire dal nostro aspetto quantomeno trasandato. Ci rifocilliamo con “polpo à freira”, “pimentos do padron” e dei molluschi deliziosi. Dopodiché, siesta in spiaggia, sotto il sole ancora caldo.

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Prima di pensare alla cena, pellegrinaggio finale alla meravigliosa VERGINE DELLA BARCA, visione miracolosa, anticipata dall’incontro con una vecchia contadina verace che zappa, energica, la terra del suo orto vista mare al tramonto: RECTO! E’ il suo consiglio per raggiungere la meta.

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Il santuario è meraviglioso: affacciato sull’oceano, al di là del quale c’è solo l’America. Una vasta, immensa, infinita distesa d’acqua. E’ facile pensare che sia davvero la fine del mondo, non sapendo cosa c’è al di là. L’illusione, se vogliamo chiamarla così, è naturale. Il sole tramonta tardi, alle 22 circa. Sono appena le 20, e c’è una luca magica, che cambia colore minuto dopo minuto. Il blu del mare, l’arancio-rosato del cielo, le nubi bianche e il sole splendente, sembra di poterlo prendere tra le mani. Una linea dritta, piatta, delimita cielo e mare, l’orizzonte. Il silenzio rotto solo dal vento e dalle onde che si infrangono sugli scogli che circondano il santuario.

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Dopo cena, ammiriamo una romantica “puesta del sol” tra le nubi rosate con i nostri compagni di cammino. La sera cala, si avvicina il buio, illuminato dalla luna. Il silenzio e il ritmo del mare ispirano pensieri e parole, che condividiamo.

Il cammino ti insegna che qualsiasi cosa tu voglia fare in futuro non è programmabile, è imprevedibile. Il cammino è una vita nella vita. Bisogna vivere il presente. Il futuro è imprevedibile, non puoi immaginarlo; il passato non è cancellabile. Il presente lo vivi qui e ora.  Vivi il momento. Goditi l’istante. 

 

Queste le tappe del nostro cammino:

  1. IL CAMMINO DI SANTIAGO – DA SANTIAGO A NEGREIRA
  2. IL CAMMINO DI SANTIAGO – GIORNO 2 -DA NEGREIRA A SANTA MARIÑA
  3. IL CAMMINO DI SANTIAGO – GIORNO 3 -DA SANTA MARIÑA A DUMBRÌA
  4. IL CAMMINO DI SANTIAGO – GIORNO 4 -DA DUMBRÌA A MUXIA
  5. IL CAMMINO DI SANTIAGO – GIORNO 5 – DA MUXIA A LIRES
  6. IL CAMMINO DI SANTIAGO – GIORNO 6 – DA LIRES A FINISTERRA

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